Euclide: il precursore della prospettiva

Quando si parla di prospettiva la nostra mente ci rimanda agli artisti del Rinascimento, ma in realtà dobbiamo andare ancora più indietro nel tempo, ovvero all’antica Grecia. Infatti, gli antichi greci già conoscevano le curvature del mondo visivo e le modificazioni sferiche attraverso il trattato sulla prospettiva, Ottica, del matematico Euclide, nel quale lo studioso sviluppa una teoria geometrica della visione per poter realizzare la rappresentazione dell’oggetto.

Euclide - foto 1

Lo studioso abbatte il concetto secondo il quale le dimensioni di un oggetto restano quelle che appaiono alla vista, senza tenere conto del rimpicciolimento dovuto alla geometria della visione diretta, ovvero la prospettiva. In cosa consiste la prospettiva di Euclide?
I suoi teoremi definiscono il suo modello, che è basato su tre elementi: l’occhio che vede, l’oggetto visibile e la luce che illumina le cose. Tali elementi corrispondono al centro di vista, all’oggetto e ai raggi proiettati. Euclide formula una teoria della visione secondo la quale l’occhio emette dei raggi che attraversano lo spazio idealmente e raggiungono l’oggetto formando un “cono visivo”: gli occhi sono il vertice del cono, mentre l’oggetto rappresenta la base. La teoria del grande matematico ha avuto un così largo successo che nei secoli consecutivi, specialmente durante il Rinascimento, è stata utilizzata per regolare la struttura degli edifici e per rappresentare gli oggetti nei quadri.

Euclide - foto 2